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  1. People
    Il progetto è inteso come indagine sulle persone, sulla folla, considerata nel proprio insieme ma anche “sdoppiata” nel movimento. Tale lavoro fa parte di una più ampia ricerca sul movimento del corpo umano. Qui, specificamente, riprendo il movimento dell’uomo nel suo contesto di vita quotidiana, ed in particolare nello spazio urbano. Ho voluto descrivere con le immagini il rapporto delle persone con questi ambienti, la loro modalità di fruizione; per relazionarsi, conoscere, incontrare: l’altro, il diverso, il nuovo.
    Il risultato è una serie di fotografie nelle quali il movimento della folla è interpretato in modo vario. In alcune prediligo una lunga focale per “spiare” i comportamenti umani da lontano; in altre, invece, utilizzo una focale “normale” per entrare tra le persone, camminare con esse, esplorare le loro relazioni da vicino. Il mio intento è soprattutto quello di esaminare la folla come soggetto unitario, con caratteristiche specifiche. Riprendo le persone in grandi compagnie, in gruppi meno numerosi, a coppie, da sole. Indago la loro disposizione nello spazio; scatto infatti in aree affollate (spesso in grandi piazze) dove posso indagare meglio le dinamiche dei singoli e dei gruppi. Realizzo le fotografie durante il giorno, nelle ore più luminose: come sotto una grande luce da studio, per analizzare quasi scientificamente la folla. E di essa carpisco il movimento, in alcuni casi “sdoppiandola”.
    Nella prima fase del progetto (2005-2007), infatti, ho “diviso” le persone riprese in due soggetti distinti, come si presentano all’inizio ed alla fine dello scatto. In seguito ad una modifica che ho apportato ad una fotocamera digitale, sono riuscito ad ottenere questo suggestivo effetto di sdoppiamento. Di solito, utilizzando tempi di posa abbastanza lunghi, un soggetto in movimento viene visualizzato in fotografia come una figura allungata nello spazio, una “strisciata”. Con la mia tecnica riesco invece ad ottenere la compresenza di due figure distinte, due “versioni” della medesima persona, pur adottando un tempo abbastanza breve: l’uomo concreto, riconoscibile nei tratti essenziali; e il proprio doppio, inconsistente, quasi trasparente: un’apparenza, una visione, un “fantasma”.
    Il colore predominante della città è il grigio: il colore del cemento, dell’acciaio, dell’asfalto; anche se in parte tale monotonia cromatica è intervallata da altri colori, spesso vivaci (le insegne, i segnali stradali e della metropolitana, i manifesti pubblicitari, le vetrine dei negozi); per questo motivo ho deciso di scattare a colori. Nella società cosmopolita e multietnica di oggi, la città è il luogo, fisico ma anche metafisico, dove avviene il relazionarsi tra gli individui, intesi come abitanti, come lavoratori, come sfere emotive ed emozionali. E la folla, come soggetto unitario mutevole e vivo, e come insieme di individui distinti e unici, è certamente la protagonista degli spazi urbani.

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